Ping Pong Sport d'ogni età
Articolo tratto dalla rubrica "Benessere Sport" dell'inserto "Salute" di Repubblica
e pubblicato anche su
Tennistavolo (organo ufficiale della F.I.Te.T.) Anno 3 - N. 7 - Ottobre 2007
di
Claudio Tedesco (Specialista in Scienze Motorie e Sportive, Roma) e Emanuela Audisio
Le origini del gioco
Il tennis tavolo o tennis da tavolo, noto soprattutto con il nome popolare di ping pong è uno degli sport di maggiore diffusione nel mondo ed è anche una specialità olimpica. Inventato in Inghilterra nel tardo XIX secolo ha acquistato una popolarità mondiale come gioco per ragazzi e passatempo per gli adulti. Ha avuto uno sviluppo ulteriore nel 1920, quando gli inglesi unificarono le regole, migliorarono il tipo di racchette ed adottarono il nome di "tennis tavolo".
In quegli anni l'attrezzo utilizzato per colpire la pallina assomiglia più ad un tamburello ma alla fine del XIX secolo nasce la moderna racchetta di legno e successivamente appaiono i primi rivestimenti alle superfici, in legno con sughero o tela gommata. Nel 1951 si ha una nuova svolta tecnica, quasi una rivoluzione con l'introduzione delle coperture cosiddette a "sandwich" che migliorano le caratteristiche dinamiche del gioco. Con l'avvento della plastica e della celluloide vengono introdotte nuove palline che sostituiscono in breve tempo quelle in gomma e in sughero e proprio dal suono emesso dal rimbalzo di queste palline viene coniato il termine "ping pong" che è diventato anche un marchio registrato.
Anche in Asia sembra che il Tennis Tavolo si sia diffuso alla fine del XIX secolo, prima in Giappone e poi in Cina e Corea. In Asia è nata una grande scuola con uno stile di impugnare la racchetta detto "a penna" perché ricorda il modo di tenere la penna per scrivere. Lo stile di gioco che ne consegue rappresenta la principale diversità tra le scuole d'occidente e d'oriente. Gli atleti asiatici hanno sempre dominato i Campionati Mondiali di Tennis Tavolo. Solo nel 1979 il C.O.N.I. ha riconosciuto a tutti gli effetti la Federazione Italiana di Tennis Tavolo (F.I.Te.T.).
Impegno fisico ed allenamento
Il ping pong è uno sport che non conosce liniti di sesso e di età. Nel 2006 all’AWD Dom di Brema in Germania si è disputato il campionato del mondo di Tennis Tavolo per veterani a cui hanno partecipato due anziani giocatori: il giapponese Yukie Uchida di 94 anni e l'australiana Dorothy De Low di 95 anni.
Giovane o anziano, maschio o femmina, piccolo o grande che sia, l'atleta di Tennis Tavolo è un'atleta a tutti gli effetti, esprime doti di fisiche di coordinazione, rapidità di movimento, ottimi riflessi, sensibilità nel tocco della pallina e grandi capacità di concentrazione. A livello amatoriale il ping pong può essere giocato al chiuso come all'aperto, a livello agonistico invece sono necessari luoghi attrezzati, spaziosi ed al chiuso, perché durante le partite non ci devono essere alterazioni dovute a fattori ambientali.
Un'analisi recente di questo sport permette comunque di affermare che la specializzazione precoce è senz'altro più dannosa che utile. I giovani devono essere avvicinati allo sport in modo da garantire loro soprattutto svago e divertimento. L'allenatore deve avvicinarsi molto più al gioco che alla prestazione agonistica in sé stessa.
L'insegnamento dovrebbe iniziare da piccoli intorno ai 6 anni e trattandosi di uno sport unilaterale, cioè che impegna maggiormente la parte dove si impugna la racchetta di gioco, è bene che gli istruttori integrino la preparazione fisica degli allievi con esercizi specifici di compensazione ed allungamento per evitare squilibri nella crescita del bambino. La progressione didattica dell'allenamento prevede una serie di primi esercizi di palleggio al volo, a terra o contro il muro, per sensibilizzare il contatto con la racchetta e la pallina. In questa fase l'impugnatura rappresenta già uno dei parametri tecnici fondamentali, segue poi la posizione di attesa e il controllo della palla. Successivamente inizia la preparazione al tavolo, viene insegnata la tecnica del gioco di gambe: attacco di diritto, block di rovescio (risposta all'attacco avversario, quando si colpisce la pallina subito dopo il rimbalzo o durante la risalita), palleggio di diritto e palleggio di rovescio. Per ultimo viene impostato il servizio e vengono spiegate le principali regole di gioco.
Questioni di ritmo
Non stanca mai, il ping pong. Per questo è bello: ha una velocità variabile, dipende dal tuo fiato e dalle tue gambe, dagli anni amici e nemici. Puoi fare scambi veloci e strapazzarti il cuore, se sei in forma e te la senti. Puoi rallentare il gioco e scambiare parole, quando sei stanco e non hai più energie. Non è detto che il punteggio ne risenta. Il ping pong non divide, né separa, mette insieme età, generazioni e forze diverse. Vecchi e giovani, attaccanti e difensori, alti e bassi, quelli che si muovono e quelli che stanno fermi. E' un gioco che si adatta, non un dittatore al quale devi obbedire. Però fa bene, fa sudare e divertire, non è traumatico. Ti muovi, devi anche raccogliere la pallina. Anche se Pettinelli, il c.t. di Senigallia ha inventato il carrello telecomandato. Non è puro esercizio fisico, c'è anche la parte mentale. Non è un caso che piacesse molto a Michelangelo Antonioni, il regista dell'incomunicabilità. Nel tennis l'avversario è distante, nel tennis tavolo ce l’hai davanti alla faccia, puoi contargli le gocce di sudore e il numero di pensieri. E' un gioco psicologico, soprattutto nel servizio. Sempre lo stesso gesto tecnico, ma effetti e tali diversi. Bisogna mascherare i colpi, un po' ingannare, sorprendere molto. E avere ritmo, perché la pallina fa rumore. Basta ascoltare quel ritmo, assecondarlo, non spezzarlo. Molti musicisti giocano a ping pong, anche il pianista jazz Renato Sellani. E anche molti portieri, da Zoff a Buffon. Non è uno sport che scassa polsi, ginocchia e schiena. Però prima è meglio fare n po' di preparazione fisica, perché comunque le gambe servono. E se sei stanco tendi a portare male i colpi, magari ti allunghi in maniera sbagliata. Ci vogliono coordinazione, armonia, velocità. L'aggressività muscolare non porta punti. Il ping pong insegna a divertirsi nell'equilibrio. Incominci ad bambino e da grande sei ancora lì, che conti i punti. Tu sei cambiato, ma il gioco ha le tue misure.